Con la recentissima decisione n. 11117/24 del 22 ottobre 2024, il Collegio dell’Arbitro Bancario Finanziario di Milano ha accolto il ricorso di una correntista che, difesa dall’Avv. Edoardo Gloria e dall’Avv. Alessandro Ripoldi, ha ottenuto il risarcimento delle somme sottratte in seguito a una truffa di vishing e spoofing. Questo caso, oltre a rappresentare una vittoria legale significativa, chiarisce importanti aspetti della responsabilità degli intermediari nelle frodi online.
La vicenda sottoposta all’attenzione dell’Arbitro Bancario Finanziario
La vicenda ha avuto inizio con una serie di operazioni fraudolente condotte tramite un metodo di truffa noto come “vishing” (inganno telefonico) e “spoofing” (simulazione di numeri di telefono attendibili). La cliente è stata così indotta, con l’inganno di un finto operatore bancario, ad effettuare due bonifici di importi elevati, pari a tutta la liquidità presente sul conto corrente, convinta che fossero necessari per proteggere i propri risparmi da accessi non autorizzati. La banca ha inizialmente restituito solo una parte della somma, negando il risarcimento della parte rimanente, ritenendo quanto accaduto riferibile a colpa esclusiva della correntista. La difesa dell’Avv. Gloria e dell’Avv. Ripoldi ha però evidenziato l’insufficienza delle misure di prevenzione della banca, che ha permesso l’esecuzione di bonifici di importi elevati, superiori ai limiti ordinari stabiliti contrattualmente. La decisione del Collegio ha giudicato questa modifica contrattuale come inefficace, data la mancanza di adeguata informativa alla cliente e l’aumento del rischio per quest’ultima.
Il principio di diritto affermato
Il Collegio ABF di Milano ha affermato un principio fondamentale: le banche sono tenute a monitorare le operazioni dei clienti non solo in base a parametri tecnici ma anche in funzione delle caratteristiche delle transazioni stesse. Nel caso specifico, l’operazione fraudolenta è risultata di entità ben oltre i limiti previsti, fatto che avrebbe dovuto allertare la banca.
In mancanza di un giustificato motivo oggettivo o di una richiesta specifica del cliente, una modifica unilaterale del contratto – come l’aumento dei massimali dispositivi– non può essere considerata valida, in quanto aumenta la rischiosità delle operazioni senza che vi sia un beneficio concreto per il cliente, configurando così una maggiore responsabilità nell’individuare e prevenire attività fraudolente.
Importanza della decisione
La sentenza dell’Arbitro Bancario Finanziario rappresenta un successo per la cliente e per gli avvocati di Truffa Phishing, che sono riusciti a dimostrare l’inadeguatezza della protezione offerta dall’istituto bancario. Il Collegio ha disposto il risarcimento in favore della cliente di tutte le somme sottratte, oltre al rimborso delle spese di procedura. Questa decisione, frutto di uno studio dettagliato della normativa e di una difesa accurata, consolida la tutela del consumatore, riaffermando il dovere di diligenza della banca nei confronti dei propri clienti in situazioni di vulnerabilità e potenziale frode.